FRASIER

STAGIONE TUTTE

11 stagioni: se pensiamo ai ritmi televisivi pare un'eternità, specialmente ora con serie che vengon cancellate ancora prima che finiscan la prima annata. Frasier è andato invece in onda dal 1993 al 2004, facendo incetta di premi e spettatori, come pochissime altre situation comedy hanno saputo fare nella storia della televisione. In Italia la sit-com ha avuto un trattamento orribile, acquistata da Mediaset e trasmessa a orari impossibili, senza continuità e senza puntarci minimamente. Solo con l'avvento di SKY si è potuta vedere con regolarità su Jimmy prima e su Paramount Comedy-Comedy Central poi. Attualmente è in onda su FX l'undicesima e ultima stagione.

Cin-cin

Parlare di Frasier però richiede una piccola divagazione, la serie infatti è uno spin-off di Cheers (in Italia Cin-Cin) in cui il protagonista è il proprietario di un bar a Boston e si intrecciano innumerevoli storie tra camerieri, clienti fissi e semplici frequentatori del locale. Uno degli abituali è uno psichiatra, il dottor Frasier Crane (Kelsey Grammer), che cerca una compagna e prima la trova in Diane Chambers, che lo molla sull'altare e nella dottoressa Lilith Sternin poi (anche lei psichiatra, interpretata da Bebe Neuwirth) con la quale si sposa e ha un figlio, Frederick. Tutto a posto? Figuriamoci, il matrimonio non funziona proprio, lei lo tradisce, la coppia si riconcilia ma ormai la spaccatura è netta: è il divorzio.

Tre uomini a Seattle

Cosa fare? Il bar di Cheers è chiuso, la situazione con Lilith è compressa e lei ha pure l'affidamento del bambino. Non resta che tornare a casa, dall'altra parte dello stato e rompere nettamente con la vita attuale. Frasier Crane vola a Seattle, compra un appartamento in un prestigioso grattacielo e lo arreda con un mix di stili diversi, nel buon gusto e nel lusso, entrando nell'alta società cittadina. Dice addio anche al suo studio di psichiatra, diventando conduttore radiofonico per l'emittente locale KACL in cui può dare consigli terapeutici ad ascoltatori problematici. A Seattle può intanto riallacciare i contatti con la sua vecchia famiglia, partendo da suo fratello Niles (impersonato da un grandissimo David Hyde Pierce), una sorta di Frasier ancora più sofisticato, anche lui psichiatra, con le stesse passioni per l'opera, l'arte, i cibi pregiati e i vini, non filtrato dall'esperienza del bar di Cheers. A comporre il terzetto della famiglia Crane è il loro padre Martin, che però è una persona completamente diversa. Agente di polizia in pensione, dopo che gli hanno sparato all'anca, Martin Crane è un uomo comune, attivo, dai gusti semplici (la birra, le bistecche, la televisione, lo sport) e diciamo che non ha chiuso ottimamente il suo rapporto con il figlio Frasier. La sua anca è un bel problema: il padre non può più vivere da solo e non può stare con Niles e la moglie o in una casa di riposo: si trasferisce quindi da quello appena tornato, con molta diffidenza verso un figlio con il quale condivide ben poco. Con lui c'è il cane Eddie, al quale non può rinunciare.

Le donne

Ma per tre uomini ci devono essere anche delle donne, a cominciare da Roz Doyle (Peri Gilpin), produttrice dello show di Frasier. Affascinante donna in carriera, non ha certo bisogno di un uomo al suo fianco per sentirsi realizzata anzi, ne divora parecchi. Amica del protagonista, condividirà all'inizio una certa antipatia con Niles, che sarà destinata a risolversi presto in una sincera amicizia. Ma il rapporto di Niles più importante è quello con Daphne Moon (Jane Leeves), neoassunta fisioterapista e governante di casa Crane, per rimettere in sesto Martin e soprattutto stemperare la tensione tra lui e il figlio. Di origini inglesi, sensitiva, un po' svampita ma molto dolce cattura Niles, in un tormentone amoroso che durerà anni, fin dal primo sguardo. Le altre donne sono occasionali o poco più che ricorrenti: le relazioni di Frasier possono durare qualche puntata, così come quelle di suo padre. Tutt'altro discorso meritano Lilith, la prima moglie, e Bebe, l'arrivista e diabolica agente del conduttore, mattatore assoluto di un pugno di puntate piene di colpi di scena. Maris Crane è la moglie di Niles, magrissima, più che rifatta, ricchissima e freddissima, antipatica, talmente particolare da non essere mai mostrata lungo la serie.

I punti focali

Frasier è una serie che si basa, come innumerevoli altre, sulle interazioni tra i personaggi più che su eventi veri e propri. La prima stagione in particolare è fortemente incentrata sul difficile rapporto tra il protagonista e suo padre, con numerose puntate veramente dure, con tantissima tensione tra i due. Andando avanti, fortunatamente, il rapporto si fa più semplice e il vecchio Martin diventa un amabile compagno di sventure, con altri problemi di donne, pronto a rivestire i panni di padre autoritario appena la situazione lo richiede. E' certo che la differenza tra gli stili di vita dei due è una fonte eterna di gag, con le continue frecciate all'arredamento di Frasier o alla teledipendenza dell'altro. La famiglia è un tema portante anche per la rivalità tra i due fratelli, che con le stesse passioni e gli stessi gusti sono inguaribili perfezionisti, cogliendo sempre i difetti dell'altro. Dai ristoranti alla carriera personale, il loro amichevole scontro verte spesso su questioni di scarsa importanza, traendo quindi comicità dall'esagerazione. Tutti e tre i maschi Crane hanno un rapporto difficile con le donne, con l'entrare e uscire di spasimanti e fiamme di Martin e Frasier e l'amore segreto di Niles per Daphne. In particolare questo è uno dei temi più importanti della serie, fino a fare da perno in un magistrale finale di stagione. La timidezza dello psichiatra e la moralità della fisioterapista impedirà per molto ai due di incontrarsi, tantopiù che Niles ha un infelice matrimonio con Maris.

I meccanismi

Ci sono tuttavia un'infinità di situation comedy di questo stampo, tra personaggi, rivalità e amori. Cosa rende Frasier particolare rispetto a tutte le altre? I meccanismi di un umorismo decisamente inusuale. La serie infatti si regge su un umorismo a doppio taglio: da un lato il feroce sarcasmo di commenti, battute e simili, dall'altro la comicità più fisica messa in scena dagli attori (David Hyde Pierce in particolare è straordinario). Il continuo contrasto tra toni alti, come l'arte, la buona società, e bassi, con gli impulsi più fisici (sia positivi che negativi, come le fobie e inadeguatezze dei fratelli Crane) riesce a far apprezzare allo spettatori uno show sfaccettato. Ma è incredibile anche il rapporto con la psicanalisi, che non è solo una professione ma una chiave di lettura presentata continuamente nelle varie puntate. Le azioni dei personaggi sono quindi lette in chiave psicanalitica da Frasier e Niles, facendo luce sui comportamenti bizzarri degli altri, svelando trame e arricchendone altre. Le piccole cattiverie quotidiane commesse da tutti sono viste sotto una luce più chiara, ma non sempre coerente: non bisogna dimenticare che i due fratelli sono entrambi psichiatri e possono avere divergenze, amplificate dal loro ego, andando sempre più a ingigantire gli equivoci, fino a far precipitare, comicamente, la situazione. L'intreccio tra gli umorismi, gli stili di vita e le situazioni paraddosali creano un prodotto adatto a tutti, che riceve apprezzamenti dalla critica (con numerosissimi premi, individuali e collettivi) ma anche dal grande pubblico, che è ben lontano dalla realtà dell'alta borghesia di Seattle.

L'evoluzione

Queste tutte le premesse, ma come si regge una serie per 11 anni? Semplice, bisogna investire su elementi sempre nuovi ma che non cambino più di tanto gli equilibri delle forze in campo. Si alternano quindi sporadici elementi, compagne occasionali che occupano qualche puntata, problemi lavorativi, ma tutto è destinato ovviamente a rientrare, almeno fino all'8° stagione. Poi le cose cambiano anche parecchio e, probabilmente anche per questo motivo, la qualità non è più la stessa. Il finale della serie è speculare all'inizio.