Nuovo menù menù


Cerca
in questo sito

sitelevel.com





Copyright ® IMPERO
E' vietata la riproduzione,
anche parziale, delle
pagine contenute in questo sito.
Sito realizzato con Blocco Note
Sito creato l'1 luglio 2000
Privacy Policy






SHINTOISMO
di
Andrea Stellas

Lezione 1: Breve introduzione

                  

Lo Shintoismo, in lingua giapponese 神道 (Shintō), è la principale religione del Giappone, insieme al Buddhismo. A differenza di quest'ultimo (che spesso non è nemmeno ritenuta una religione vera e propria) è però nativo del Giappone. Esso prevede l'adorazione dei kami, un termine che si può tradurre con divinità o spiriti naturali, e che spesso sono presenze spirituali locali (cioè di un luogo particolare), oppure rappresentano uno specifico evento naturale od oggetto. Lo stesso dio cristiano viene tradotto dai giapponesi con kami.

La parola Shintō nacque dall'unione di due kanji: 神 (shin) traducibile in "divinità", "essere di luce" o "spirito" (kami è la pronuncia giapponese quando il carattere viene letto isolato) e 道 () traducibile in "via" , "strada", "sentiero" (in senso filosofico) o "disciplina" (michi nella lingua giapponese isolata). Quindi Shintō (o kami no michi in giapponese) significa letteralmente "la via degli dèi".

Lo shintoismo è una religione ancestrale, e la sua tradizione si perde nel tempo: nonostante ciò non ha fondatori, testi sacri o dogmi particolari, e per queste peculiarità ha da sempre forgiato la mente ed il cuore dei giapponesi.

Lezione 2: Storia

Le origini dello Shintoismo si perdono nella notte dei tempi, anche se questa religione è comparsa quasi sicuramente durante il periodo Jōmon (che va dal 10.000 al 300 a.C.). Nel periodo iniziale ogni singolo villaggio doveva possedere un proprio pantheon di divinità, con rituali ogni volta diversi e che nascevano spontaneamente, mentre la nascita di un pantheon più stabile avvenne solo grazie all'affermazione del clan Yamato nell'arcipelago giapponese: ogni luogo continuava comunque ad avere kami (divinità) peculiari legati al territorio, infatti le divinità sono praticamente infinite (anticamente si parlava di ottantamila kami, poi saliti a otto milioni, ma era un modo di dire per intendere un numero elevatissimo, dato che allora non esisteva il concetto di infinito) perché essi sono considerati delle manifestazione della natura, che è sacra in ogni sua forma.

Per lungo tempo non ci furono grosse novità in questa religione, che non aveva, tra l'altro, nemmeno un nome: questo compare solo dopo l'introduzione di alcune religioni dal continente, in particolare per distinguerlo dal buddhismo, che ebbe una grande diffusione e che andò a consolidare la fede giapponese, anche se può apparire un controsenso e ci si aspetterebbe invece uno scontro tra le due: si creò invece un sincretismo religioso, tanto che ancora oggi i giapponesi vivono l'al di qua secondo l'insegnamento shinto, e preparano l'al di là secondo quello buddhista.

In seguito alla Restaurazione Meiji (1866-1869) lo shintoismo divenne un mezzo con cui unificare il Paese del Sol levante, aumentare la devozione all'imperatore e velocizzare il processo di modernizzazione in atto. Successivamente continuò un utilizzo corrotto della religione, per enfatizzare i sentimenti nazionalisti, e questo portò alla seconda guerra mondiale, alla fine della quale vi fu un grande cambiamento: dopo millenni in cui l'autorità imperiale era vista come una vera e propria divinità, questa smentì la discendenza della famiglia imperiale dalla dea Amaterasu, l'Augusta Dea che Splende nei Cieli. In seguito venne meno anche l'importanza della mitologia, ma aumentarono quelle attività volte ad aiutare le persone nel migliorare il proprio rapporto con se stessi, la società, gli antenati e gli dei: e così oggi questa religione è tornata nella sua posizione tradizionale, estremamente radicata nella cultura e società giapponese.

Lezione 3: Kami

Intro: Per lo Shintoismo tutto ciò che esiste nell'universo è pura manifestazione del divino, questa è quindi una religione dai caratteri panteistici. Nella religione shintoista ogni cosa è sacra, la materia stessa che costituisce tutte le cose esistenti ha un fondamento divino, poichè derivato dalla natura, e l'esistenza stessa, la natura, sono la principale forma di entità divina.

Kami: Kami è un termine che può tradotto come divinità, spiriti naturali o presenze spirituali: essi possono essere locali, essere spiriti guardiani di un luogo particolare, oppure rappresentare uno specifico oggetto o un evento naturale. Lo stesso Dio cristiano viene indicato nella lingua giapponese con il termine kami, nonostante non vi sia similitudine alcuna tra i due concetti di divinità.

I kami sono entità spiritiche che popolano tutto l'universo, sono gli spiriti della natura, e si esprimono attraverso essa, per cui per lo shintoista anche un fiore o un semplice sasso sono espressione dei kami, elementi mistici in grado di porre in contatto con la sfera divina. Pure le forze che regolano l'universo sono viste come manifestazione delle forze divine che popolano la natura.

In realtà ci sono numerose definizioni di kami, in quanto gli stessi giapponesi fanno fatica a comprendere un concetto tanto profondo: spesso per capire questo concetto si utilizza uno specchio, che sta ad indicare che ogni cosa riflessa è incarnazione e manifestazione degli dei, che non sono divinità trascendenti, ma popolano il nostro stesso universo, anche se ad un livello esistenziale superiore.

Il kami più importante è la dea del Sole Amaterasu, a cui è dedicato il principale tempio del Giappone, situato ad Ise (oltre a numerosi templi minori), ma nello Shintoismo la parola è anche un'onorificenza per spiriti nobili e sacri, e tutti gli esseri (viventi e non) hanno tali spiriti, anche gli stessi esseri umani sono considerati kami o potenziali [C]kami. I kami sono oggi collettivamente chiamati Yaoyorozu no Kami, letteralmente "otto milioni di kami", che non è il loro numero, ma il modo simbolico di indicare il concetto di infinito in un'epoca in cui non esisteva.

Lezione 4: Rapporto tra Natura e Shintoismo

                  

Le pratiche devozionali shintoiste oggi seguono delle regole generali e valide in tutto il territorio giapponese, tuttavia queste regole, credenze e valori si affiacano a numerose tradizioni locali: questa varietà di pratiche regionali rendono vario e persistente lo shintoismo.

Questa "regionalità" è funzionale ai diversi tipi di ambienti esistenti in Giappone, perchè la natura giapponese è molto più varia di quanto ci si può attendere: i parchi nazionali e seminazionali proteggono il 5% della superficie dell'intero territorio, ma le foreste ricoprono addirittura il 70% del suolo giapponese, nonostante il Giappone sia oggi conosciuto per le sterminate megalopoli, in particolare per la grande area di Tōkyō, che conta 35 milioni di abitanti. Nonostante la maggioranza dei giapponesi viva in queste sterminate città, essi non rinunciano al contatto con la natura, che hanno sempre a portata di mano grazie all'arte dei bonsai, creati con capacità e rispetto, e che ricordano la bellezza e la caducità della natura. Il giardino è un elemento fondamentale della architettura nipponica, si pensi che fino a non molto tempo fa gli edifici giapponesi erano studiati in modo da permettere a chi si trovasse all'interno di osservare il giardino.

Lo shintoismo da grande rilievo alla tutela della natura, come si può capire da:
1) il grande valore dato allo spazio sacro, che nella maggior parte dei casi è posto in aree forestali il cui perimetro è delimitato per separare il tempio dal mondo esterno. La collocazione dei templi nella natura è un elemento importante per la loro sacralità;
2) lo stratto rapporto tra uomo, natura e kami. L'attenzione verso la natura e i kami è essenziale in quanto permettono l'esistenza dell'uomo. Senza la natura i kami non possono manifestarsi, infatti i templi che sorgono nelle città sono piccole oasi verdi;
3) l'idea di purificazione è un aspetto chiave dello shintoismo, e serve per riequilibrare natura, uomo e kami.
La natura è considerata sacra in quanto manifestazione della forza dei kami e dimora eterna di essi stessi. Nella visione shintoista valli, montagne, abissi, foreste, fiumi, persino le città e le foreste artificiali ripiantate dall'uomo sono delle manifestazioni dell'essenza divina dell'universo, in quanto la materia stessa di cui ogni cosa è costituita ha una base, un fondamento divino.

La comunità shintoista è cosciente dell'importanza del suo ruolo per conservare lo spazio verde all'interno delle città, nei templi, e all'esterno, nelle foreste sacre, ed è ancora più cosciente del fatto che la propria tradizione si sta trasformando in pratiche di tipo ambientalista.


CORSI DELL'UNIVERSITÀ IMPERIALE


menù




NEWS