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LINGUA IMPERIALE
di
Claudia Bandieras, Luca Bandieras & Giuseppe Bandieras

Lezione 1

GRAMMATICA IMPERIALE

1.LA PROPOSIZIONE
a. Divisione della sintassi
Anche l’imperiale come l’italiano ha una propria sintassi.
La sintassi insegna come usare e congiungere insieme le parole e le proposizioni in modo conforme tanto alle regole generali della logica, quanto alla natura della lingua stessa. Da ciò ne deriva la distinzione fra la sintassi generale comune a tutte le lingue e la sintassi particolare variabile in ognuna di esse.
b. Proposizione semplice
Qualsiasi pensiero della mente, quando è espresso con parole, forma una proposizione. Ogni proposizione si compone di almeno due parti: la cosa di cui si parla e quello che se ne dice.
Esempi:
Le kef kommanda(il capo comanda);
Io leje(io leggo);
Le beltate place (la bellezza piace);
Le kandela lumina (la candela illumina);
Le pan koce se (il pane si cuoce);
Le homine es rationabile (l'uomo è ragionevole);
Aristotele es essite le plus dokte (Aristotele fu dottissimo).
La prima parte (le kef, io, le beltate, le kandela, le pan, le homine, Aristotele) si chiama soggetto, mentre la seconda parte (kommanda, leje, place, lumina, koce se, es rationabile, es esserite le plus dokte) si chiama predicato.

Il soggetto deve essere sempre un sostantivo o qualunque altra parte del discorso usata come sostantivo; per esempio: le bon (il buono),le belle (il bello),le mie (il mio), le tue (il tuo),isto (questo), cello (quello), le viver (il vivere),le parlar (il parlare),le olim (il prima),le postea (il poi) ecc.

Il predicato può essere di due specie: verbale o nominale; è predicato verbale quando l'azione si compie nel solo verbo, per esempio: le kef kommanda (il capo comanda), le baltate place (la bellezza piace), le kandela lumina (la candela illumina); è predicato nominale quando l'azione si compie in un nome (od altra parola che ne fa le veci) che si accompagna al verbo, per esempio: le homine es rationabile ( l'uomo è ragionevole); le saje es reje ( il savio è re); io non es te (io non sono te); tu deveni rik (tu diventi ricco).

I verbi che possono avere compimento in un nome sono innanzitutto, fra quelli intransitivi, il verbo esser (essere); quindi molti altri verbi che indicano principio, durata, cessazione, apparenza di essere, quali i verbi devenir (divenire) , nascer (nascere), resultar (riuscire), restar (restare), parer (parere), apparer (apparire) ecc.

Inoltre sono tali anche quei verbi transitivi che significano elijer (eleggere), nominar (nominare), estimar (stimare) ed altri di significato simile, i quali si compiono nel nome della funzione, della denominazione o della qualità che si conferisce o si attribuisce a qualcuno.
Anche nella costruzione passiva.

Quella che abbiamo fin qui descritta è la forma più semplice possibile della proposizione che si chiama appunto proposizione semplice.
c. La proposizione semplice ellittica
La proposizione semplice può non essere completa, cioè può lasciare sottintesa una sua parte (figura di ellissi). Talvolta infatti in imperiale si può omettere il predicato verbale, perché già noto: per esempio alla domanda Qui leje? (Chi legge?) si risponde: io, tu, illo, illa, nos, vos, illos, illas (senza ripetere il predicato verbale); oppure si mette il solo nome del predicato nominale; per esempio: io rik (io ricco), io sn (io sano) (cioè si omette es =sono).
d. Proposizione complessa
Esattamente come per l’italiano, una proposizione semplice può ampliare con altre parole i suoi elementi. Queste parole si chiamano complementi, e la proposizione prende il nome di complessa.

Tali complementi possono essere:
Attributivi, così detti perché attribuiscono ad una cosa una qualità, una proprietà, una condizione. Essi consistono in aggettivi, o in frasi rette da preposizioni, che ne fanno le veci, o in sostantivi (nel qual caso si ha l'apposizione); ed aggiungono al soggetto una qualificazione.

Oggettivi, così detti perché fanno da oggetto ad un verbo transitivo. Essi consistono in nomi, pronomi o infiniti, su cui cade direttamente l'azione del predicato.

Avverbiali, così detti, perché determinano le modalità e le condizioni di un'azione. Consistono in avverbi o in nomi retti da una preposizione.
Questi complementi si riferiscono al predicato; ma possono riferirsi anche al soggetto o all'oggetto, quando invece essere un sostantivo è un infinito.
I complementi attributivi possono riferirsi anche all'oggetto o al nome contenuto nel complemento avverbiale.
Tutti i complementi possono reggere a loro volta altri complementi.

AFFINITA' E DIFFERENZE CON LA GRAMMATICA ITALIANA

a. Divisione della sintassi
La sintassi della lingua imperiale è parallela rispetto a quella dell'italiano, infatti i concetti principali e le regole sono pressochè le stesse, con un lieve scostamento su due questioni, che andremo ad approfondire.

b. Proposizione semplice
La principale differenza con l'italiano è la necessità di esprimere il soggetto: non è infatti possibile riconoscere chi compie l'azione partendo dal verbo (che rimane uguale per tutte le persone), c'è quindi bisogno, spesso, di ripetere più volte il soggetto nella proposizione.
Questo dev'essere necessario sicuramente quando si apre un nuovo periodo, cioè una volta messo il punto alla frase precedente.
In periodi più complessi, si potranno inserire pronomi relativi (que-che) o dimostrativi (isto-questo) che potranno sottintendere il soggetto, ma se ne potrà parlare più avanti.
Non si può quindi scrivere solo il verbo, come in italiano, infatti:
Le kef commanda (il capo comanda), ma anche:
Tu commanda (tu comandi),
scrivendo il solo verbo "commanda" non si potrebbe capire a chi quest'ultimo si riferisce.

c.Proposizione semplice ellittica
Le cosiddette risposte brevi, cioè "Si/No" oppure la semplice indicazione di una persona "Tu/Illo/Laura" (tu, lui, Laura) hanno la proprietà di non avere, al proprio interno, il predicato, il verbo, analogamente all'italiano.
Per quanto riguarda la mancanza del soggetto che spesso si può trovare italiano, si rimanda alla parte precedente di questa lezione.
Un altro caso di risposta breve può essere quella in cui nella domanda viene posta la scelta tra due o più opzioni, in cui si deve indicare appunto solo la possibilità scelta.
Per esempio:
Esqua es vos rik o povre?
(Voi siete ricchi o poveri?)
Io rik, illo povre. (Io ricco, lui povero).
oppure: Rik.
Nella prima risposta si sottintende il verbo essere che è già presente nella domanda, nella 2° si possono sottintendere sia il verbo esser che il pronome vos, appunto perchè nella risposta serve solo indicare una delle opzioni, senza bisogno di contestualizzarla.

d.Proposizione complessa
Per quanto riguarda i complementi, l'utilizzo e le proprietà rimangono invariate rispetto all'italiano, non si dovrebbero quindi trovare problemi nella costruzione di frasi più complesse, infatti non vi è un ordine prestabilito nell'utilizzo dei complementi (ad esempio indicare prima il luogo, poi il tempo ecc.) ma viene lasciata la scelta, in base a logica, stile, preferenze, estetica, a chi scrive.
L'unica regola da seguire è l'ordine soggetto-verbo: non è una norma ferrea, ma è consigliabile usare, in tutte le frasi affermative e negative, prima il soggetto e poi il verbo. L'ordine inverso infatti potrebbe fare intendere una frase interrogativa, una domanda, con quindi un cambio notevole di significato.

ESEMPI ED ESERCIZI

a. Divisione della sintassi

_

b. Proposizione semplice

Esempi:
Il leggere ricrea. -> Le lejer delekta.
Questo piace. -> Isto place.
Quello è brutto. -> Cello es fede.
Il domani non conta. -> Le kras non konta.
Il buono soffre. -> Le bon suffre.
L’imperatore regna. ->Le imperator regna.
Il mio non è tuo. -> Le mie non es tue.

Esercizi
Da italiano ad imperiale
Il capo comanda. = _________________________________________________.
Il Gran Consiglio fa le leggi. = _________________________________________.
L’arte è vita. = _____________________________________________________.
Il realismo è un genere letterario. = _____________________________________.

Da imperial a italiano:
Le homine es rationabile. = ____________________________________________.
Le studiantes scribe. = ________________________________________________.
(Io) vide un bel kan. =________________________________________________.
Cassandra prevideva le fin de Troia. = ____________________________________.

Tra le seguenti frasi, individua le frasi minime e sottolineale in rosso (sono in tutto quattro).
1. Le puero plora. – 2. Marco reveniva a domo totemente territe. – 3. Le kavallo hinni. – 4. Nel stabulos le kavallo hinni. – 5. Luca e Mario ha essite promovite. – 6. Isto anno Luca e Mario ha essite promovite. – 7. Io ha oblidate a domo le quaderno. – 8. Io non rekorda nihil del lektion de historia. – 9. Elena Bottini es injeniero. – 10. Luca ha partite tosto. – 11. Isto anno le pomos e le piras es ankora acerbe. – 12. Ubi ha tu aquirite illo sakko de tela e korio? – 13. Le automobile firmava se abruptemente ante le banda a pedones.

Esempi:
Piazzolla è un paese. -> Piazzolla es un villaje.
Mia figlia è grassa. -> Mie filia es grasse.
Alcuni nascono ciechi.-> Alkunos nasce cek.
Molti restano ignoranti. -> Plure resta ignorante.
I presuntuosi sembrano dotti. -> Le presumptuose pare dokte.
Giorgio divenne frate. -> Giorgio deveniva fratre.
La principessa apparve stupenda. -> Le princesse appareva stupende.

Esercizi:

Da italiano a imperial
Paola sembrava un’estranea. ->_______________________________________.
Il ministro è competente. ->__________________________________________.
Spesso l’acqua diventa vapore. ->______________________________________.
Lugano pareva deserta. ->_____________________________________________.
Il contadino appare sereno. ->__________________________________________.
L’impegno riuscì divertente. ->_________________________________________.

Da imperial a italiano
Le judice appareva commovite.->________________________________________.
Le examine pare facile. ->______________________________________________.
Gandalf es un majiko. ->________________________________________________.
Le deputato deveni Magne Maestro.->_____________________________________.
Io es tu patre.->_______________________________________________________.

Esempi:
Eleggere re. -> Elijer reje.
Nominare presidente. -> Nominar presidente.
Stimare dotto o ignorante. -> Konsiderar dokte o ignorante.
Dire o chiamare (qualcuno) Francesco. -> Dicer o appellar (alkuno) Francesco.
Credere un eroe. -> Creder un heroe.
Reputare buono o cattivo. -> Putar bon o prave.

Esempi con verbi transitivi::
Esser eletto re. -> Esser elijite reje.
Esser detto o chiamato Francesco. ->Esser dicite o appellate Francesco.
Essere stimato saggio. -> Esser estimate prudente.
Essere creduto un eroe. -> Esser kredite un heroe .
Essere reputato buono o cattivo. -> Esser putate bon o prave.
Essere nominato presidente. -> Esser nominate presidente.

Esercizi.

Da italiano a imperial
Gioacchino Pecci fu eletto papa. ->________________________________________.
Atlantide è ritenuta una leggenda. -> ______________________________________.
Ti stimo prudente.->___________________________________________________.
Il Gran Consiglio nominò suo Presidente il deputato più giovane.->______________ ____________________________________________________________________.
Il popolo elegge dieci candidati suoi rappresentanti.->_________________________ ____________________________________________________________________.
La frazione era detta “Bosco Gaudio”.->____________________________________ ____________________________________________________________________.
Il bambino si chiama Saverio. ->__________________________________________.
Lo ritenevano stupido.->_______________________________________________.

Da imperial a italiano
Le jenitores appellava le puero Paolino.->__________________________________.
Alkunos lo diceva impedibile.->__________________________________________.
Id esseva konsiderate indecente.->________________________________________.
Illo es nominate ministro.->_____________________________________________.

c. La proposizione semplice ellittica
Esempi :
Qui parla? Io (sott. “parla”).
Ha tu manjate le jelato? Si (sott. “io ha manjate le jelato”).
Que tu face? Un torta (sott. “io face”).

Esercizi :
-

d. Proposizione complessa
Esempi:
-
Esercizi:
-

Attributivi:

Esempi:
I bravi allievi studiano -> Le bravo discipulos stude.
La virtù sincera piace -> Le virtute honeste place.
La casa di Piero era splendida -> Le domo de Piero esseva splendide.
Plinio il Vecchio fu arso -> Plino le Vetere esseva ardite.
Federico imperatore regnò -> Federico imperator regnava.

Esercizi.

Da italiano a imperial
Era bello il giovane eroe. ->_____________________________________________.
Un violento acquazzone allagò la città. -> __________________________________.
Il professor Giuliacci insegnava.->________________________________________.
Il saggio filosofo cerca calorose amicizie. ->________________________________.
Da imperial a italiano
Un brave patre debe edukar brave filios.->_________________________________.
Le doktor Mengetta ha trenta annos.->_____________________________________.
Mi ava dice que un femina intellijente non se marita.->___________________________________________________________________.
Le burlas stupide non amusa.->___________________________________________.

Oggettivi:
Esempi:
Io leggo un libro.-> Io leje un libro.
La candela arde il candeliere -> Le kandela arde le kandeliero.
Io voglio parlare -> Io vole parlar.
Devo partire -> Io debe partir .

Esercizi.

Da italiano a imperial
Scoprirai la sua vera storia. ->____________________________________________.
Le donne salutavano la primavera. -> _____________________________________.
Alessandro il Grande sottomise Atene.->___________________________________.
Il santo costruì quella vecchia chiesa. ->____________________________________.

Da imperial a italiano
Dice nos tu nomine.->__________________________________________________.
Le deputato proponeva un nove leje.->_____________________________________.
Le kan rodeva le osso.->________________________________________________.

Avverbiali:
Esempi:
Alessandro regnò in Macedonia.-> Alessandro regnava in Macedonia.
La virtù piace a tutti. -> Le virtute place a totes.
Dante scrive eccellentemente. -> Dante skribe excellentemente.
Nessuno ama per forza. -> Nekuno ama per fortia.

Il vivere con temperanza è salubre. -> Le viver con moderation es salubre.
Io amo il parlar poco.-> Io ama le parlar pauk.

Io leggo un libro bello. -> Io leje un bon libro.
La candela arde il candeliere di carta. -> Le candela le candeliere de papiro.
I pazzi si interessano delle cose più strane. -> Le folles se interessa del kosas plus insolite.

Io leggo il libro divertente di Pietro mio cugino. -> Io leje le libro divertente de Pietro mi kosino.

Aristotele, il più dotto dei Greci antichi, divenne immortale. -> Aristotele, le plus dokte del Grekos antique, deveniva immortal.

Esercizi.

Da italiano a imperial
Ho comprato questo lampadario per Mattia. ->_________________________________________________________________.
Prendete il vostro libro di grammatica imperiale -> _____________________________________________________________.
Il turista veniva dall’Austria.->___________________________________________.
La donna fu picchiata violentemente dal marito. ->__________________________________________________________.
Silvano, il più sfortunato, è stato promosso.->____________________________________________________.

Da imperial a italiano
Io ha vadite a Ponza. ->_________________________________________________.
Le sacerdote celebrava solemnemente le missa de Paska.->______________________________________________________________.
Le puero diceva kosas insensate. ->_______________________________________.
Giacomo, multo faticate, vadeva a dormir.->__________________________________________.

Ti diamo qui una serie di frasi minime. Espandile inserendo gli elementi che rispondono alle domande in parentesi.

1. Clara e Luca pella (ubi? con que? que? per que?). – 2. Le rekoltas ha essite ledite (da que?). – 3. Io partirà (quando? verso ubi? con qui?). – 4. Le citatanos ha remonstrate (con qui? per que?). – 5.Marco es plus habile (de qui? in que?). – 6.Gianni ha revertite (quando? da ubi? con qual medio de transporto?). – 7. Le granpatre fuma (que? ubi? quando?). – 8. Lava (que? con que? in que modo?). – 9. Io ha komprate (que? quando? per qui?)

Esempio/Exemplo: In kocina, Clara e Luca pella con un kultellino le patate per le cena.
------
Ti diamo qui di seguito dieci frasi minime. Espandile aggiungendo a ciascuna almeno due elementi.

Laura sta telefonando. – Le traino pervenirà. – Ha nivate. – Le pueros es kontente. – Le footballeros ha essite interviewate. – Le torta sta urendo. – Nos ha perdite. – Gianni ha partite. – Le posta ha pervenite. – Que sta vos facendo?

Esempio/Exemplo: In su kamera de lekto Laura sta telefonando a Paolo.

Lezione 2

GRAMMATICA IMPERIALE

d. La proposizione complessa ellittica
Talvolta nella lingua imperiale, di una proposizione complessa non resta altro che l’oggetto o il complemento avverbiale poiché si sottintende il resto ad esempio nella frase: “Que desidera tu? ..Un kavallo” sottintendendo “io desidera ecc.” oppure “o le asse o le dece” (sottintendendo: “vos selije ecc.”); “In le domo!” (ovvero “In casa!” si sottintende “entra vos ecc.”, “entrate ecc.”)
Le interiezioni non sono altro che delle proposizioni semplici o complesse con ellissi, per esempio: “Su”, “via”, “koraje” ecc..

e. Proposizione composta
Quando una proposizione contiene due o più volte lo stesso elemento o complemento, si dice “KOMPOSITE” (ovvero COMPOSTA). Ad esempio: “Dante e Petrarca esseva le plus magne e excellente poetas de le lore etate al contrario de toto le sekulo XIV”. Questa proposizione he due soggetti, due predicati nominali e due complementi avverbiali e risulta da più proposizioni coordinate ristrette in una sola. “Dante tesseva ecc.” “Petrarca tesseva ecc.” “le plus magna, le plus excellente ecc”. Le proposizioni così abbreviate si chiamano “IMPLICITE” (come in italiano), a differenza della altre che sono EXPLICITE (ovvero ESPLICITE).

f. Unione di proposizioni
Due o più proposizioni possono unirsi insieme, questo può avvenire in due modi: restando ciascuna indipendente dalle altre di modo che ciascuna di esse contenga un senso di per sé ed allora le proposizioni si dicono “CO-ORDINATE” fra loro, ovvero unite per coordinazione ad esempio: “ Le vita es kurte, le arte es lonje, le fortias es debile”. La coordinazione ha luogo senza congiunzioni (come nell’esempio appena fatto) oppure per mezzo di “konjunktiones” (congiunzioni) “kopulative” (copulative), “disjunktive” (disgiuntive), “adversative” (avversative) quali “e, o, ma, ecc” e simili.
“Le vita es kurte, le arte es lonje e le fortias es debile” restando una sola indipendente e dipendendo le altre da quella; la prima si chiama “PRINCIPAL” (principale) le altre “DEPENDENTE o SUBORDINATE” o, anche unite alla principale per subordinazione. Le proposizioni subordinate ora fanno da soggetto, ora da complemento e possono essere di 4 specie:
SUBJEKTIVE: quelle che stanno al posto di un soggetto
ATTRIBUTIVE: quelle che stanno al posto di un complemento attributivo
OBJEKTIVE: quelle che stanno al posto di un complemento oggettivo
ADVERBIALE: quelle che stanno al posto di un complemento avverbiale.

g. Proposizioni subordinate
Le subordinate si distinguono in “DEPENDENTE DE PRIME GRADE”, quando sono tali rispetto alla “principal”; “DE SECUNDO GRADE”, quando sono tali rispetto ad un’altra già subordinata. Più subordinate del medesimo grado sono necessariamente coordinate tra loro. Per esempio:
“Se le homines kognoscerea le lore deberes e illos exercerea le virtute, illos esserea minus infelice” (Se gli uomini conoscessero i loro doveri, e praticassero la virtù, sarebbero meno infelici). Qui le due prime proposizioni sono tutte e due subordinate alla terza, ma sono fra loro coordinate. Invece nella frase: Io lauda istos que satisface a le proprie deberes, ben que illas kostarea los pesante fatigas” (Io lodo coloro che adempiono ai propri doveri, benché costino loro gravi fatiche.) Qui la terza è subordinata alla seconda e questa alla prima, la quale è principale. Subordinate di terzo o quarto grado sono rare perché intralcerebbero il senso.

Spesso i complementi attributivi hanno la forza e l’espressione di una proposizione subordinata e si possono ampliare nella medesima. Per esempio: “Qui da puero roba un pomo, da adulto rapinarà un tesauro” (Chi da fanciullo ruba una mela, da adulto rapirà un tesoro); cioè “quanso es puero ecc” e “quando esserà adulto ecc”.

Le subordinate si uniscono alla principale per mezzo di “PRONOMINES RELATIVE” e “ADVERBIOS RELATIVE” (le qual, que, ubi, quando, ecc) o per mezzo di “konjunktiones kausal” (quia, quod, ecc ) “final” (ut, ecc) “komparative” (assì komo, sik , ita, tanto que, ecc) “konsekutive” (ski que, ita que) “konditionales” (se, ecc) “konsentive” (benque, quanquam, ecc) o per mezzo di pronomi e particelle interrogative (que, qual, se, ecc); possono anche prendere forma di gerundio o di participio passato o d’infinito.

Più proposizioni dipendenti coordinate fra loro si uniscono per mezzo delle congiunzioni medesime, con cui si uniscono insieme le principali.

h. Proposizioni correlative
Due proposizioni si mettono talvolta in reciproca corrispondenza fra loro per mezzo di due “pronomines korrelative” (pronomi correlativi) o di due “partikula korrelative” (particelle correlative) o unite per correlazione.

i. Protasi e apodosi
Quando una “proposition adverbiale” (proposizione avverbiale) dipendente, precede la principale, la prima prende il nome di “OVERTURA” (ovvero protasi); la seconda di “REPLIKA” (ovvero apodosi).

l. Incidente
Una proposizione interposta fra gli elementi d’un’altra proposizione o fra una “overtura” (protasi) si chiama “INCIDENTE”.
Anche i complementi possono essere incidenti.

m. Il periodo
Il periodo è un complesso di parole che contiene un senso compiuto e non interrotto, con una certa simmetria fra parte e parte, in modo da formare un circolo che ritorna in sé stesso. Una proposizione molto complessa (cioè, fornita di molti complementi), e più spesso un gruppo di proposizioni unite in un solo senso, possono costituire un periodo semplice, o un membro di un periodo composto. Anche, questi gruppi, al pari delle proposizioni, si uniscono o per coordinazione, quando ciascuno di essi può stare da sé, o per subordinazione, quando dipendono strettamente, e senza una forte posa del senso, da un altro gruppo indipendente.
I periodi hanno anch'essi fra loro un legame che è sempre di coordinazione, benché spesso cominciano con quelle stesse congiunzioni o con quei pronomi che servono alla subordinazione (perque, proque, quare, se non que, le qual ecc.).

AFFINITA' E DIFFERENZE CON LA GRAMMATICA ITALIANA

e. Proposizione composta
Il procedimento è assolutamente analogo a quello per l'italiano, in caso ci siano due soggetti o due complementi dello stesso tipo la frase può essere unita in uno. Vi è addirittura una maggiore facilità nell'utilizzo dei verbi, infatti, con l'unione di due soggetti (e quindi il passaggio, in italiano, a forme plurali) non si deve cambiare il verbo, che in quanto invariabile per le diverse persone, non deve essere modificato.

f. Unione di proposizioni
Anche qui come per l'italiano, le frasi non sono unità indipendenti tra loro ma possono benissimo interagire, tramite coordinazione e subordinazione. Non ci sono grandi differenze ma possiamo dare alcuni consigli.
Nel primo caso infatti, è meglio evitare di appesantire il discorso utilizzando, come elemento di coordinazione, solo le congiunzioni. Meglio invece, per quelle copulative, usare la punteggiatura (specialmente la virgola), mentre per quelle di altro tipo cercare di usarne di diverse, evitando ripetizioni inutili.

g. Proposizioni subordinate Anche per le subordinate la costruzione è analoga, ma nel caso delle soggettive bisogna far notare che in quanto nella principale non c'è il soggetto (espresso appunto dalla frase subordinate soggettiva), bisogna inserire una sorta di elemento che compia l'azione, come possiamo vedere:
Che tu studi m'è caro:
Il soggetto sarebbe la frase "che tu studi", la soggettiva, mentre se guardiamo solo la principale (m'è caro) il soggetto è un egli sottinteso. In imperiale il soggetto sottinteso non esiste quindi dovremo o mettere il pronome impersonale il:
Il es kar a me que tu stude.
In questo caso nella principale vi è un soggetto (impersonale, in quanto è poi la soggettiva a farne la funzione).
Oppure si deve ricorrere a uno strategemma, in cui dobbiamo fare una coordinazione, in italiano sarebbe:
Tu studi e questo mi è caro.
In questo caso il soggetto della principale è "questo" e tra le due frasi c'è coordinazione, non subordinazione (sono effettivamente sullo stesso piano, entrambe hanno senso da sole), in imperiale diventerebbe quindi:
Tu stude e isto es kar a me.
Con le altre subordinate invece, in cui il soggetto è espresso in maniera a sè stante, non c'è questo problema e si può procedere a legare le frasi secondo i diversi casi, analogamente all'italiano con i pronomi relativi.

l. Incidente
Anche per le frasi incidenti il procedimento è lo stesso, anche se è meglio evitarne l'utilizzo in grande quantità nei periodi, a favore invece di costruzioni più semplici di subordinazione, infatti:
Cicerone, tutti concordano, è il primo oratore della letteratura italiana
Si può anche rendere come:
Tutti concordano che Cicerone è il primo oratore della letteratura italiana.
In imperiale:
Totos konkorda que Cicerone es le prime orator del litteratura italiano.
La costruzione in questo è più lineare e meno pesante, senza variazioni di significato. L'incidente (tutti concordano) passa a principale, mentre la principale passa a subordinata alla principale.

m. Il periodo
Concludendo quindi, anche la lingua imperiale si basa sul concetto di periodo, inteso come unione di concetti esposti in singole parti, le frasi.
Visto che il sistema di costruzione è molto simile, a parte i casi delle subordinate soggettive e del soggetto sottinteso, non dovrebbero esserci quindi difficoltà, una volta imparata la base, a costruire periodi anche di una certa complessità.

ESEMPI ED ESERCIZI

d. La proposizione complessa ellittica
Esempi
Lo farete? Per forza (sottintendendo: lo farò).-> Esqua vos facerà id?/Facerà vos id? Per fortia (sott.: io facerà id).
Presto (sottintendendo: fate, camminate o simili).-> Tosto (sott.:face vos, camminate vos o kosas simile).
Su (sottintendendo: dimmi, scrivi o simili).-> Su (sott.:dice me tu, scribe tu o kosas simile).

Esercizio

Sciogli il significato delle seguenti proposizioni complesse ellittiche:
1. Esserai con me per semper? Certo! – 2. Dicerai illa kosa a Marco? Sì. – 3. Es nos sol in domo? Sì. – 4. Esqua vos es sekur? Lojik!

Esempio/Exemplo: Es Paola un doktor? Sì.-> Es Paola un doktor? Sì, Paola es un doktor.

e. Proposizione composta

- f. Unione di proposizioni
Per esempio:
Cade la pioggia ed io me ne sto al fuoco.-> Le pluvia e io sta me al foko.
O tu hai perduto il senno, od io prendo un grave errore.-> O tu ha perdite le judico, o io fa un grave error.
La donna era stanca, ma suo marito no.-> Le femina esseva fatigate, ma su marito no.

Esercizio

Ti diamo otto proposizioni. Uniscile opportunamente ottenendo quattro proposizioni unite.

1. Le die initia.– 2. Manja nos un pizza? - 3. Le animales es da respektar. – 4. Le vicino es triste. – 5. Le natura es belle. – 6. Va nos al cine?. – 7. Le sol luminesce. – 8. Paco ha morite.

Esempio/Exemplo: Matteo es un soniator + Guido es un folle-> Matteo es un soniator e Guido es un folle.

SUBJEKTIVE:
Per esempio:
Che tu studi m’è caro.-> Que tu studea es a me kar.
Chi si accontenta è ricco.-> Qui se kontenta es rik.
Quello che tu impari ti gioverà.-> Illo que tu apprende juvarà a te.
Chi ama, teme. -> Qui ama, time.
Chi è bello spesso non piace. -> Qui es belle sovente non place.
Si dice che tu sia greco.-> Se dice que tu essea grek.

ATTRIBUTIVE:
Per esempio:
La virtù che è sincera piace a tutti.-> Le virtute que es sincer, place a totes.
L’amore che si porta al bene è lodevole.-> Le amor que se porta al ben es laudabile.
La casa dove ho abitato per lungo tempo mi è cara.-> Le domo ubi io ha demorate per lonje tempore es a me kar.
Io amo quell’amico che mi ha soccorso nelle disgrazie.-> Io ama illo amiko qui me ha sukkurrite nel disgratias.
Detesto pensare all’uomo che ruba.-> Io detesta pensar al homine qui roba.

OBJEKTIVE:
Per esempio:
Desidero che tu profitti nello studio.-> Io desira que tu profitta nel studio.
Io dico che la vera felicità sta nella virtù.-> Io dice que le ver felicitate sta nel virtute.
Voglio che tu sia presente. -> Io vole que tu essea presente.
Lelio mi ha detto che verrà a trovarti domenica. -> Lelio ha me dicite que venirà a inkontrar te dominika.
Ricordati di comprare il pane.-> Rekorda te de komprar le pan.

ADVERBIALE:
Per esempio:
La virtù piace a chiunque ha senno.-> Le virtute place a quikunque ha judico.
Dante scrive in modo che nessuno l’ha ancora superato.-> Dante scribe in modo que nekuno lo ha ankora superate.
Noi dispregiamo la virtù quando è viva, la lodiamo quando è estinta.-> Nos despice le virtute quando es viva, la lauda quando es extinguite.
Giacomo ha esagerato comprando tre chili di lievito. -> Giacomo ha exajjerate comprando tres kilogrammas de levatura.
Se n’è andato sbattendo la porta.-> Illo ha vadite kladendo con ruito le porta.

Esercizio

Analizza le seguenti proposizioni, quindi traducile dall’imperial all’italiano o dall’italiano all’imperial.

La leje ha essite facite in modo que omne citatano essea libere.=_______________->_____________________________________________.
Luca amava un cane che aveva una zampa zoppa.=__________________________->_______________________________________________.
Le matre ha dicite que Paolo es malate.=__________________________________->_____________________________________.
Siamo stati troppo stupidi facendo piangere Emma.=________________________->__________________________________________.
Il es un ben que tu venea.=______________________->______________________________.
La cugina Iole ha detto che cercherà un nuovo idraulico.=____________________->______________________________________________.
Il es un bon imperial qui stude le imperial.=__________________________________->________________________________________________.
Si dice che Marcello sia impazzito.=_______________________________->_____________________________________________.

Esempio/Exemplo: Mi dicono che tu sei stato scelto.= OBJEKTIVE -> Illos me dice que tu ha essite selijite.

g. Proposizioni subordinate

Per esempio:
Studiando assiduamente (se studierai) imparerai la lingua imperiale. -> Studendo assiduemente (si tu studerà) tu apprenderà le lingua imperial.
Compiuti i proprio doveri (dopodiché sono compiuti) è dolce il riposo. ->Komplite le proprie deberes (deinde illi es komplite) es dulce le reposo.
Io affermo che è dovere del saggio onorare Dio.-> Io affirma que es deber del sajo honorar Deo.
Marco non ha trovato posto poiché è arrivato tardi. -> Marco non ha trovate placa quia ha arrivate tarde.
Vado al bar per bere un caffè.-> Io va al bar ut biber un kaffe.
Mi meraviglio di te come si è meravigliata tua zia.-> Io me meravilia de te sik ha se meraviliate tu amita.
Era così buono che tutti lo amavano.-> Esseva ita bon que totes lo amava.
Se vai da Mario salutami suo padre. -> Si tu va da Mario saluta per me su patre.
Sebbene lo odi, lo aiuterò.-> Ben que io odia lo, io lo adjuterà.

Esercizio

Analizza le seguenti proposizioni sottolineando e definendo, qualora ci siano, i nessi che collegano le subordinate alla principali (pronomines relative, adverbios relative o konjunktiones); quindi traducile dall’imperial all’italiano o dall’italiano all’imperial.
Il bambino ruppe il giocattolo che gli era stato regalato.=___________________->________________________________________________.
Io ha vadite a vider illo spektaculo ben que mi patre non volesse.=__________________________->__________________________________________.
Ho comprato gli ingredienti per fare la torta di mele.=_____________________->_____________________________________________.
Le Imperator ha dicite que ista kosa es illegal.=___________________________->___________________________________________.
Mirko era così bagnato che si buscò un raffreddore. (N.B.: Qui i nessi sono due) =___________________________->___________________________________.
Io ha revidite Ciro il qual ha me salutate multo affektuosemente.=________________________->__________________________________________.
Leggendo quel libro ho scoperto la verità.=_________________________->_______________________________________.
Si tu irà a Brasilia io te akkompaniarà.=____________________________->__________________________________.
Marta si comporta come se volesse lasciare Alfredo per Saverio.=__________________________->__________________________________________.
Traindo le Impero, le ministro esseva expellite.=_________________________->_____________________________________.
Filippo è stato punito perché ha calpestato la coda del gatto.=________________________->________________________________________.
Guglielmo es in vakantias quia ha finite le skola.=_______________________->___________________________________.

Esempio/Exemplo: Ho preparato una festa a sorpresa perché Laura torna a casa.= konjunktion kausal -> Io ha preparate un festa a surprisa quia Laura reveni a domo.

h. Proposizioni correlative
Per esempio:
O l’opinione comune del genere umano ha errato, o i classici greci sono i primi del mondo.-> O le opinion kommun del jenere human ha errate, o le klassikos grek es le prime del mundo.
Quale è il padre, tale è il figlio.-> Qual es le patre, tal es le filio.
Non solamente la virtù non si offusca nelle sventure, ma prende da esse maggior luce.-> Non solamente le virtute se obskura nel infortunas, ma prende da illas major luce.
Come lo ebbe veduto da lontano, così gli corse incontro.-> Komo lo habeva vidite de lontan, ita lo kurreva inkontro.
Non solo Claudio era saggio, ma era anche benvoluto.-> Non sol Claudio esseva saje, ma esseva anque ben volite.

Esercizi
Da italiano ad imperiale
Un deputato può essere non solo Ministro, ma anche Giudice della Corte Costituzionale. = _________________________________________________.
O Martino è impazzito, o dice una scomoda verità. = ________________________________________________.
Come i numeri sono infiniti, così lo sono le stelle.= ___________________________________________________________.
Quale era la situazione del paese, tale era la situazione del paese.=_____________________________________.

Da imperial a italiano:
Komo tu es mi amiko, ita io es tu amiko. = _________________________________________________________________.
Non sol le Imperator es nostre soverano, ma illo es anque membro del Konsilio del Magne Maestros. = ________________________________________________.
O nos es bon citatatanos, o nos esserà punite. =___________________________________________________.
Qual le leje es, tal le kondemnation es. = ___________________________________.

i. Protasi e apodosi
Per esempio:
Benché molti lodino la virtù, pochi son quelli che la osservano.-> Ben que multe laudea le virtute (overtura/protasi), poko es illos que la observa (replika/apodosi).
Se tu sei intenzionato a fare queste cose, falle.-> Si tu es intentionate a facer istas kosas (overtura/protasi), face tu las (replika/apodosi).
Se fossi un re, non sarei felice.-> Si io essea un reje (overtura/protasi), non esserea felice (replica/apodosi).

Esercizio

Completa le seguenti frasi (in italiano e in imperial) aggiungendo una protasi o un’apodosi), quindi traduci (in imperial o in italiano)

1. _______________________________esserea felice.->__________________________________________________________.
2. Se le cose stanno così,__________________________->_____________________________________________________.
3. Si io haberea mille dollares,_________________________.->_____________________________________________________.
4. _____________________________ andrei al mare.->_______________________________________________.

l. Incidente
Per esempio:
Cicerone, tutti concordano, è il primo oratore della letteratura latina.-> Cicerone, totes konkorda, es le prime orator del litteratura latin.
Dante Alighieri, benché fosse richiamato in Firenze, non volle accettare le condizioni che gli si erano imposte.-> Dante Alighieri, ben que essea reappellate in Firenze, non voleva acceptar le konditiones que esseva imponite a illo.
Per esempio:
La presenza, in Roma, di Augusto.-> Le presentia, in Roma, de Augusto.
Seguì, senza alcun timore, la giustizia.-> Succedeva, sine alkun timor, le justitia.

Esercizio

Completa le seguenti frasi (in italiano e in imperial) aggiungendo ad ognuno una proposizione o un complemento incidentali (incidente), quindi traduci (in imperial o in italiano).

1. Le “Colosseo” se trova a Roma.->______________________________________.
2. Gaetano vuole bene a tua sorella->______________________________________.
3. Le libro plus famose de Alessandro Manzoni es “I Promessi Sposi”.->__________________________________________.
4. Il Gran Consiglio ha approvato una nuova legge sui decreti. ->_______________________________________________.

m. Il periodo

Esercizio
Scrivi sei periodi di senso compiuto (tre in imperial e tre in italiano) formati dall’unione di almeno tre proposizioni; quindi traduci.

Lezione 3

GRAMMATICA IMPERIALE

Le muses, sekulos retro, viveva in le terror. Adultes e parves esseva konstrinjite a restar quasi semper serrate in lor strikte kavas, ma anque ibi illos tremeva de pavor al minime ruito. Al contrario, il bastava que illos audiva kader un folio lontan, preque totos komencava a tremer dal punkta de lor vibrissas a le extremitate blank de lor kaudas subtil. Le kausa de toto isto, naturalmente, esseva le katto. [ 1° PARAGRAFA]

I topi, secoli fa, vivevano nel terrore. Grandi e piccini erano costretti a starsene quasi sempre chiusi nelle loro anguste tane, ma anche là tremavano di paura al minimo rumore. Anzi, bastava che sentissero cadere una foglia lontano, perché tutti cominciassero a tremare dalla punta dei loro baffi bianchi alle estremità delle loro code sottili. La causa di tutto ciò, naturalmente, era il gatto. [1° CAPOVERSO]

Un die, cirka 2000 annos retro, illos ha comprehendite que assi illos non poteva vader in avante, illos ha decidite de kurrer a le remedios. Illos se ha riunite in assemblea e illos ha diskutite per lonje tempore, sin konkluder nihil. A un certe punkto, tamen, uno de illos ha proponite de attakkar un kampanetta al kollo del katto. Assi quando le animale se avvicinasse, totos lo audiresse. [2° PARAGRAFA]

Un giorno, circa duemila anni fa, rendendosi conto che così non potevano andare avanti, essi decisero di correre ai ripari. Si riunirono in assemblea e discussero a lungo, senza concludere nulla. A un certo punto, però, uno di essi propose di attaccare un campanello al collo del gatto. Così quando l’animale si fosse avvicinato, tutti lo avrebbero sentito. [2° CAPOVERSO]

Le proposta es acceptate subito da totos kon magne entusiasmo. Ma, dolentemente, da alora, in plus de 2000 annos, le povres muses non ha resultate a trovar fra illos uno disponibile a attakkar cella campanetta. [3° PARAGRAFE]

La proposta fu subito accettata da tutti con grande entusiasmo. Ma, ahimè, da allora, in più di duemila anni, i poveri topolini non sono riusciti a trovare tra loro uno disponibile ad attaccare quel campanello. [3° CAPOVERSO]

Se osserviamo il testo di questa favola, vediamo che esso è costituito da tre parti che coincidono con tre blocchetti di testo compresi tra un a capo a l’altro. Queste parti in cui il testo si divide si chiamano “paragrafe” (capoversi).
Ciascuno di questi tre capoversi è costituito da parti più piccole, ovvero le “frases” (frasi), che iniziano ognuna con la lettera maiuscola e sono separate l’una dall’altra da un punto fermo.
Ogni frase, poi, lunga o breve che sia, è costituita da “parolas” (parole).
Ogni testo ed ogni discorso, infatti, sono formati di parole. Senza le parole, anzi, non potremmo comunicare niente mediante la lingua parlata e scritta.

Le nove parti del discorso

Le parole, però, non sono tutte dello stesso tipo. Esse si differenziano per forma, significato e funzione e, a volerle classificare, si dividono in nove categorie grammaticali, dette parti del discorso:
 “Artikulos” (Articoli);
 “Nomines” (Nomi);
 “Adjectivos” (Aggettivi);
 “Pronomines” (Pronomi);
 “Verbos” (Verbi);
 “Adverbios” (Avverbi);
 “Prepositiones” (Preposizioni);
 “Konjunktiones” (Congiunzioni);
 “Interjektiones” (Interiezioni).


Le parti variabili e le parti invariabili del discorso

Le nove parti del discorso si suddividono in due grandi gruppi:
 Le parti variabili del discorso cioè le parole che possiedono più forme e che, quindi, possono variare le desinenze secondo il significato e le esigenze del discorso: esse sono il nome, il pronome e il verbo;

 Le parti invariabili del discorso, cioè le parole che presentano una sola forma e quindi non variano mai nelle desinenze: essi sono l’articolo, l’aggettivo (ad eccezione di quello dimostrativo) l’avverbio, la preposizione, la congiunzione e l’interiezione.

L’analisi grammaticale

Classificare le varie parole di un testo precisando a quale delle nove parti del discorso appartengono (articolo, nome, aggettivo ecc.) e segnalare tutte le informazioni (genere, numero ecc.) di cui ciascuna di esse è portatrice attraverso la sua forma e, quando c’è, la sua desinenza, significa fare l’analisi grammaticale di quel testo.

1. LE ARTIKULO - L’ARTICOLO

“Heri, le docente ha portate le pueros a visitar un monstra de arte.”
Ieri il maestro ha portato i ragazzi a visitare una mostra d’arte.

Che cos’è l’articolo

Le parole LE e UN che precedono i nomi “docente, pueros e monstra” sono articoli. Presi da soli, essi non hanno senso proprio, ma nella frase svolgono alcune funzioni molto importanti. Vediamole: - l’articolo inserisce nella frase il nome a cui si accompagna e con coi costituisce un’unità. Infatti, se il nome in qualche caso può stare da solo, l’articolo deve accompagnarsi sempre ad un nome. - l’articolo imperiale non ci informa circa il genere ed il numero del nome che accompagna, poiché è il nome stesso a darci queste informazioni.
- l’articolo permette di stabilire se la persona o la cosa indicata dal nome sono da intendersi in modo definito e preciso (LE) o in modo indefinito e generico (UN). La parola LE premessa ad un nome infatti segnala che non si tratta di un nome qualsiasi ma di un nome ben preciso, noto a chi parla e a chi ascolta. Viceversa, la parola UN premesse ad un nome segnala un nome che non si intende indicare in modo preciso.

L’articolo dunque, è la parola che si premette al nome per inserirlo nel discorso e per indicare se esso vada inteso in senso determinato o indeterminato.

Tipi di articolo

In imperiale si distinguono due tipi di articolo: l’articolo determinativo, l’articolo indeterminativo.

Antonio ha kolorate in rubie LE triangulo (artikulo determinate) e in verde UN cirkulo (artikulo indeterminate).
Antonio ha colorato in rosso IL triangolo (articolo determinativo: indica una cosa precisa, l’unico triangolo nel quadro) e in verde UN cerchio (articolo indeterminativo: indica una cosa imprecisata, un cerchio qualsiasi fra i tanti).

L’articolo determinativo: LE

L’articolo determinativo LE si premette al nome per segnalare che indica una persona o una cosa determinata, distinta da tutte le altre e nota a chi parla e a chi ascolta. Così nella frase:

Io ha appellate LE mediko.
Ho chiamato IL medico.

L’articolo “LE” premesso a “mediko” fa capire che non si parla di un medico qualsiasi ma di uno ben definito, noto a chi parla e a chi ascolta.

Poiché indica sempre qualcosa di preciso e noto, l’articolo determinativo LE si usa: per indicare qualcosa di cui si è parlato in precedenza (es. “Le granpatre ha comprate un domo in kollina, vicin a Torino. Le domo es multe ample e spaziose.” = “Il nonno ha comperato una casa in collina, vicino a Torino. La casa è molto ampia e spaziosa.” La prima volta che nella frase si parla di “domo” (casa), si usa l’articolo indeterminativo UN perché chi ascolta o legge non la conosce ancora. Ma quando, subito dopo, se ne riparla, si usa l’articolo determinativo perché “la casa” oramai è nota); con i nomi che indicano un’intera classe di oggetti o un’intera specie di esseri (es. “ Le kavallo es quadrupede” =“Il cavallo è quadrupede.” Naturalmente l’articolo determinativo può indicare anche il singolo elemento della classe o specie); per indicare esseri o cose che sono unici (es. “Le equator talia in 2 le sfera terrestre”=“L’equatore taglia in due la sfera terrestre.” O “Le sol brilla alte in le celo”=“Il sole brilla alto nel cielo.” Naturalmente se si vuole indicare il sole non come l’astro unico in natura, ma come uno dei tanti modi in cui si può presentare, si usa l’articolo indeterminativo (es. “Hodie ce es un sol pallide e fatigate”=“Oggi c’è un sole pallido e stanco”).

Inoltre l’articolo determinativo LE può, in particolari contesti, assumere la funzione e il valore di: aggettivo dimostrativo (es. “Intra le septimana nos kognoscerà le resultatos”=“Entro la settimana conosceremo i risultati” intendendo “Intra ista septimana”=“Entro questa settimana …” ); aggettivo indefinito (es. “Le lunedì postmeridie io vade in piscina”=“Il lunedì pomeriggio vado in piscina” intendendo “Omne lunedì postmeridei”=“Ogni lunedì pomeriggio”.)

L’articolo determinativo LE è invariabile, esso infatti non si accorda in genere e numero secondo il nome cui si riferisce, ma mantiene una unica forma.

L’articolo indeterminativo UN

L’articolo indeterminativo UN si premette ad un nome per segnalare che indica una persona o una cosa generiche e indeterminate, in quanto non sono note o non vengono precisate. Così nella frese:

Io ha appellata UN mediko
Ho chiamato UN medico.

L’articolo UN premesso a “mediko” fa capire a chi legge o ascolta che il medico in questione è un medico non noto, uno di cui si parla per la prima volta e che tanto chi parla o scrive quanto chi ascolta o legge non conoscono.

Per il suo significato l’articolo indeterminativo si usa: per indicare una persona o una cosa che vengono nominate per la prima volta (es. “Il habeva olim un reje que viveva in un kastello”= “C’era una volta un re che viveva in un castello.” ); per indicare una persona o una cosa qualsiasi, una tra tante, che non serve precisare (es. “Prende tu un bat”=“Prendi una racchetta”); per indicare una persona o una cosa che chi parla non intende ulteriormente precisare o qualificare (es. “Io vade al cine kon un amiko”=“Vado al cinema con un amico.”); per indicare sia una categoria o una intera specie sia un singolo elemento di quella specie (es. “Uno squalo non se pote domar”= “Uno squalo non si può addomesticare” intendendo non uno dei tanti squali, ma tutti gli animali di tale specie oppure “Il es essite mirate uno squalo”=“E’ stato avvistato uno squalo” intendendo un esemplare di squalo.)

L’articolo indeterminativo UN è anch’esso invariabile per cui mantiene questa unica forma indifferentemente al nome che lo segue. Superfluo dunque dire che non si apostrofa.

N.B. L’articolo partitivo

L'articolo partitivo è ritenuto da alcuni grammatici una forma non del tutto corretta perchè ricalca una costruzione della lingua francese. Al suo posto essi suggeriscono di usare :
1. il nome da solo (o articolo zero): es. “ Sur le tabula ce es libros e jornales”= “Sul tavolo ci sono libri e giornali”;
2. un aggettivo indefinito es. “Dal strata alkun pueros advoka”= “Dalla strada alcuni ragazzi chiamano”;
3. un'opportuna espressione es. “In cocina ce es sol un pok de lakte”= “In cucina c'è solo un po di latte” (invece che "del laKte")

Prepositiones kon artikulo - Preposizioni articolate

Capita che l’articolo determinativo LE si fonda anche con altre preposizioni. In particolare DE+LE diventa DEL, A+LE diventa AL, SU+LE diventa SUR. Ad esempio:

Vide me, tu in le oculos.
Guardami negli occhi.

Forme come DEL, AL e SUR in quanto nascono dall’unione di preposizione e articolo si chiamano “preposiziones kon artikulo” (preposizioni articolate ) e servono per introdurre i vari complementi che caratterizzano una frase.

Riepilogando:
DE + LE = DEL (del, dello/a/e, degli, dei)
A + LE = AL (al, allo\a\e, agli, ai)
DA + LE = DAL (dal, dallo/a/e, dagli, dai)
IN + LE = IN LE (nel, nello/a/e, negli, nei)
KON + LE = KON LE (col)
SU + LE = SUR LE (sul sullo/a/e sugli, sui)

Come si nota dallo specchietto qui sopra, alcune preposizioni mantengono la forma staccata, ciò non toglie che dal punto di vista grammatica ci si trovi comunque di fronte a preposizioni articolate. Tutte le preposizioni articolate sono inevitabilmente invariabili poiché frutto dell’unione di due parti del discorso a loro volta invariabili.

AFFINITA' E DIFFERENZE CON LA GRAMMATICA ITALIANA

L'organizzazione del discorso

Come già spiegato anche nelle precedenti lezioni, l'imperiale concettualmente non ha variazioni rispetto alle altre lingue. Sono rispettate le regole della sintassi di base, con la punteggiatura e la presenza di un insieme di simboli, combinate in parole e in maniera più complessa in frasi, periodi e testi.

Le 9 parti del discorso

Se i 9 tipi diversi di parole che possono trovarsi in un testo sono paralleli tra italiano e imperiale, quando si entra nella suddivisione variabili/invariabili possiamo trovare qualche differenza.
L'italiano infatti prevede una totale concordanza tra tutte le parti del discorso, secondo criteri di genere, numero, ma anche di modo e tempo. L'imperiale invece si basa su un sistema leggermente più complesso da decodificare ma più semplice da comporre: infatti esistono tre parti variabili del discorso: nome, pronome e verbo. Tutte le restanti sono invariabili.
Il verbo fa comunque eccezione: infatti varia solo di tempo e modo (caratteristiche non presenti nelle altre parti e che influenzano solo indirettamente la costruzione della frase), mentre per genere e numero può essere considerata invariabile.

L'articolo

Se in italiano gli articoli sono in diretta correlazione con il tipo di nome che devono precedere, in imperiale tutto è decisamente più semplice: esiste infatti un solo articolo determinativo "le" e un solo articolo indeterminativo "un".
Questo non crea assolutamente problemi in fase di costruzione della frase (è infatti intuibile che invece che scegliere tra le diverse combinazioni di genere e numero dell'italiano si deve scegliere solo il tipo di articolo) ma neanche in fase di interpretazione.
Infatti una traduzione corretta può essere tranquillamente fatta prima vedendo il nome, e quindi inquadrandone genere e numero, e poi mettendo in italiano l'articolo adatto per quelle caratteristiche.
Da fare attenzione per l'articolo indeterminativo "un" è l'utilizzo dell'apostrofo. Se in italiano infatti "un" viene apostrofato in presenza di un nome femminile che inizi per vocale, in imperiale rimane invariato in qualsiasi caso.

Le preposizioni articolate

Nonostante esistano diversi tipi di preposizioni, questa parte del discorso è invariabile. La diversità infatti non dipende nè dal genere nè dal numero, bensì dal significato e l'utilizzo in diversi contesti.
Il medesimo ragionamento va applicato anche quando queste preposizioni si uniscono all'articolo determinativo, prima di un nome comune.
E se in italiano per una preposizione semplice esistono più articolate (per i diversi articoli, appunto) in imperiale a una ne corrisponde un'altra. Fa eccezione esclusivamente "Su" che si modifica nonostante sia seguita poi ugualmente dall'articolo. L'articolo è poi da riportare a parte anche per "kon" e "in".


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